Chiodi, Cesare ( Milano, 1885 aprile 4 - Albavilla (CO), 1969 agosto 29 )

Tipologia: Persona

Abstract

Cesare Chiodi si laurea in ingegneria civile al Politecnico di Milano (1908). Avviata l’attività didattica alla Facoltà di ingegneria, nel 1929-30 fonda il corso di tecnica urbanistica e nel 1935 pubblica il manuale La città moderna. Tecnica urbanistica.
I suoi studi urbanistici traggono impulso dall’esperienza di assessore all’edilizia del Comune di Milano (1923-1925), dopo la quale partecipa a numerosi concorsi per piani regolatori come progettista (1926-1935) e membro di giurie (1934-1948), contribuisce agli studi per il piano regolatore e la ricostruzione edilizia di Milano, partecipa a congressi internazionali sulla città e i piani regolatori.
È importante il suo contributo agli studi e ai lavori per la riforma della legislazione urbanistica, tra cui quelli per la legge del 1942, e relativi a strumenti normativi e attuativi di piani regolatori.
Nel campo dell’ingegneria e architettura ha progettato e realizzato edifici residenziali, ponti e grandi strutture, edifici industriali, ospedali.

Profilo storico / Biografia

Cesare Chiodi nasce il 4 aprile 1885 a Milano e nel 1912 sposa Margherita Sartorelli. I due figli Giuseppe e Alessandro nascono nel 1913 e nel 1917.
Nel 1908 Chiodi si laurea in ingegneria civile al Regio Istituto tecnico superiore di Milano, l’attuale Politecnico, mentre già dal 1907 dirige lo studio professionale del padre Giuseppe, ingegnere, morto improvvisamente.
Dopo la laurea, avviata da poco l’attività di assistente, guida la squadra di studenti del Politecnico in soccorso alla popolazione della Calabria colpita dal terremoto del 28 dicembre 1908 e ne fornisce un resoconto (la relazione verrà pubblicata in “Comitato lombardo di soccorso pei danneggiati dal terremoto del 1908. Relazione generale”, Milano, Stucchi Ceretti, 1912, p. 127-130). Proprio durante la permanenza in Calabria Chiodi riceve la notizia del concorso per costruzioni antisismiche (1909), in programma per iniziativa della Società cooperativa lombarda di lavori pubblici, per il quale sarà chiamato a far parte della commissione giudicatrice, assumendo l’incarico di relatore. L’edilizia antisismica sarà anche successivamente materia di studio e di insegnamento per Chiodi, in particolare in seguito al terremoto del gennaio 1915 in Abruzzo e in Campania che lo vede ancora impegnato nell’opera di soccorso prestata alla guida della squadra milanese.
Nel 1913 Chiodi aderisce all’Unione liberale democratica costituita a Milano, partecipando alla campagna elettorale per le elezioni amministrative della città. Come esponente del partito liberale Chiodi sarà eletto consigliere nel 1920 (nella giunta Filippetti è consigliere di minoranza) e nel 1922 (nella giunta Mangiagalli assume l’incarico di assessore per l’edilizia). Nel 1925 si dimette dal partito e da assessore.
Tra il 1916 e il 1919 presta servizio militare come ufficiale del Primo Reggimento del Genio, poi promosso a capitano, operando tra il nord Italia e la Francia. Risale agli anni del servizio militare una sua proposta per un programma di studi sui ponti danneggiati dalla guerra, documentata da una lettera del 18 gennaio 1916 al ministro della Pubblica istruzione (vedi in Fondo Cesare Chiodi, serie “Biografia, formazione, enti e istituti”, fasc. BIO 27).

Al Politecnico di Milano, subito dopo la laurea, Chiodi inizia la carriera didattica con l’attività di assistente alla cattedra di Costruzioni di ponti tenuta da Antonio Federico Jorini (1908-1945), ottenendo dopo sei anni la libera docenza in quella materia (1914).
Tra i corsi di insegnamento sulle materie dell’ingegneria rientrano anche quelli tenuti da Chiodi nelle scuole di specializzazione, tra i quali: corso di Organizzazione dei cantieri (1928-1956, Scuola di specializzazione per costruzioni in cemento armato, Fondazione Fratelli Pesenti); corso di Applicazione dell’acciaio alle costruzioni (1935-1939, Scuola di specializzazione G. E. Falk per la siderurgia), corso di Criteri urbanistici nella costruzione delle strade urbane (1947-1960, Corso di perfezionamento in ingegneria stradale).
Il suo contributo più importante è legato in particolare all’introduzione dell’insegnamento dell’urbanistica nell’ateneo milanese. Nell’anno scolastico 1929-1930, su progetto di Chiodi, viene istituito il corso facoltativo di Tecnica urbanistica; previsto fin dall’inizio come corso duplice al terzo anno della Scuola di applicazione sia per ingegneri civili sia per architetti, diviene obbligatorio dall’anno successivo. Chiodi è titolare del corso per ingegneri civili fino al 1955 e fino all’anno scolastico 1935-1936 anche alla Scuola di applicazione per architetti (dall’anno successivo titolare del corso alla Facoltà di Architettura sarà l’architetto Giovanni Muzio).
Strettamente legata al progetto didattico è la pubblicazione “La città moderna. Tecnica urbanistica”, edita nel 1935 dalla Hoepli di Milano e ristampata nel 1945, la cui progettazione è documentata fin dal 1928 (vedi in Fondo Cesare Chiodi, serie “Didattica”, fasc. DID 4).
Cessata l’attività didattica nel 1955 per limiti di età, Chiodi con Giovanni Muzio fonda nel 1956 il Corso di aggiornamento in Urbanistica tecnica, tuttora attivo a testimonianza dell’indirizzo di studi costruito in origine dallo stesso Chiodi, con la fondazione e la direzione dell’Istituto di Tecnica urbanistica dal 1937.
In occasione della chiusura della sua carriera didattica, per festeggiare i settant’anni di Chiodi si costituisce un comitato promotore, con il suo collaboratore Luigi Dodi in prima linea, per la pubblicazione di una monografia sulla città di Milano, in onore di Chiodi “Milanese nel senso più completo e tradizionale della parola” (Aspetti, problemi, realizzazioni di Milano. Raccolta di scritti in onore di Cesare Chiodi, Milano, A. Giuffrè, 1957). Il volume gli viene consegnato nell’ambito di una cerimonia in suo onore, tenuta il 19 maggio 1957.
L’opera di Chiodi legata al Politecnico non si limita solo all’attività didattica ma si svolge anche nella partecipazione attiva alla vita dell’istituzione, ad esempio nella continuità del suo impegno di membro del Consiglio di amministrazione, in rappresentanza della Cassa di risparmio delle province lombarde (1949-1969), o nell’attività di presidente dell’Associazione laureati e allievi del Politecnico di Milano (1955-1959).

L’esperienza amministrativa di assessore per l’edilizia al Comune di Milano (1922-1925) rappresenta per Chiodi un’occasione di studio dei problemi urbanistici e del piano regolatore della città, dalla quale trarranno nuovo impulso anche i suoi studi che riprende sistematicamente una volta lasciato l’incarico.
Nella giunta Mangiagalli, insediata nel mese di dicembre 1922, Chiodi viene assegnato ai riparti IX e X-a con competenze su edilizia, piano regolatore, strade e fognatura.
Nella rivista “Città di Milano. Bollettino municipale mensile di cronaca amministrativa e di statistica” vengono pubblicati documenti e relazioni riguardanti l’attività dell’Amministrazione comunale, tra cui ad esempio la relazione di resoconto dei lavori della commissione presieduta da Chiodi nel 1924 per lo studio del piano regolatore e di ampliamento della città (cfr. C. Chiodi, “Come viene impostato dalla città di Milano lo studio del suo nuovo piano di ampliamento”, Milano, Stucchi Ceretti 1925, estratto da “Città di Milano”, luglio-agosto 1925) e le relazioni sull’opera svolta in materia di edilizia e lavori pubblici, di competenza dell’assessore Chiodi, nel triennio 1923-1925 (cfr. ad esempio C. Chiodi, “L’edilizia pubblica e privata nell’attività dell’Amministrazione Comunale a Milano nel triennio 1923-1925”, Milano, Stucchi Ceretti 1926, estratto da “Città di Milano”, 1926, n. 1 e 2).
Durante il suo assessorato Chiodi ha anche occasione di partecipare ai congressi internazionali sulla città e i piani regolatori. E’ documentata la sua partecipazione, al congresso di Amsterdam del 1924, alla Conférence internationale de l’aménagement des villes tenuta a New York nel mese di aprile 1925 (vedi in Fondo Cesare Chiodi, serie “Biografia, formazione, enti e istituti”, fasc. BIO 11), e la sua presenza con una delegazione del Comune di Milano al Terzo Congresso internazionale delle città a Parigi (28 settembre – 4 ottobre 1925), durante il quale tiene la relazione su “Le grandi agglomerazioni urbane in Italia”. Successivamente partecipa per l’Italia ai congressi dell’International federation for housing and town planning e diviene vicepresidente della Federazione (1946-1952); è documentata la partecipazione ai congressi di Vienna (1926), Parigi (1928), Roma (1929), Amsterdam (1950).
A novembre del 1925 Chiodi si dimette da assessore. Successivamente il suo contributo all’urbanistica milanese continua sia come progettista, con il progetto presentato e premiato al concorso del 1926-27 per il nuovo piano regolatore e di ampliamento della città, sia nell’ambito di commissioni di studio e consultive, tra cui la Giunta consultiva per l’esecuzione del piano regolatore presieduta dal 1938 al 1945, che affianca la Divisione urbanistica dell’Ufficio tecnico comunale diretta dall’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi, sia nell’ambito di altri lavori collegiali, ad esempio con la presidenza dei lavori del convegno per l’esame delle proposte presentate al concorso del 1945 e “lo studio delle direttive per il nuovo piano regolatore di Milano” (1945-1946), e, dal 1963, la presidenza del Comitato permanente per i Convegni su Gli sviluppi di Milano. Di grande importanza sono anche gli studi del 1944 per la ricostruzione edilizia di Milano, promossi dal Circolo di Cultura del Sindacato ingegneri della provincia di Milano, con il coordinamento e il contributo di Chiodi, i cui risultati vengono pubblicati nella relazione generale curata dallo stesso Chiodi “Studi e proposte degli ingegneri milanesi intorno ai problemi della ricostruzione edilizia della città” (Milano, Suppi, 1944).

Tra il 1926 e il 1935 Chiodi partecipa come progettista a numerosi concorsi per piani regolatori di diverse città italiane. I progetti, elaborati con la collaborazione dell’architetto Giuseppe Merlo e anche di altri autori, risultano spesso tra i premiati. Oltre al progetto per il piano regolatore e di ampliamento di Milano (1926-1927), vincitore del terzo premio, si segnalano i progetti per le città di Grosseto (1927-1928, primo premio), Bolzano (1929-1930, secondo premio ex aequo), Pisa (1929-1930, secondo premio), Verona (1931-1932, primo premio ex aequo), Piacenza (1932-1933, secondo premio), Mantova (1934, secondo premio ex aequo).
Dal 1926 Chiodi redige i piani esecutivi delle città di Salsomaggiore (1928, piano regolatore e di ampliamento, in collaborazione con Giuseppe Merlo), Fidenza (1946, piano di ricostruzione), Treviglio (1952, piano regolatore generale), e, con il figlio Giuseppe, i piani regolatori generali di Salsomaggiore (1957), Fidenza (1959) e Bellagio (1960).
Dal 1934 partecipa ai lavori delle commissioni giudicatrici dei concorsi per i piani regolatori delle città di Como (1934), Belluno (1936), Bologna (1939), Vicenza (1939), Palermo (1939), Verbania (1940), Torino (1948).
Nel campo dell’ingegneria e architettura Chiodi progetta e realizza edifici residenziali, molti dei quali a Milano come la casa di via Podgora (1930-1934), il quartiere di case popolari a San Siro (concorso 1932) e Palazzo Crespi (1928-1932, con Piero Portaluppi), edifici industriali tra cui il Molino Sordelli a Milano (primi anni ‘30), ponti e grandi strutture tra cui la Torre Littoria al Parco Sempione di Milano (1933, con Gio Ponti, Ettore Ferrari), ospedali e centri elioterapici, come la Colonia eliolacuale di Desenzano dell’Istituto di Santa Corona (1938, progetto), l’Ospedale di Codogno (1939-1940), il progetto per il nuovo Ospedale Maggiore di Milano (concorso 1927, con la collaborazione di Giuseppe Merlo) e l’intervento di ristrutturazione dell’Istituto dei Rachitici di Milano (concorso 1938, con il figlio Giuseppe).
Un altro ambito dell’attività di Chiodi è la partecipazione a vario titolo a lavori di studio e progetto su testi legislativi, normativi, strumenti attuativi di piani regolatori ed urbanistici. Nel campo urbanistico prende parte, per esempio, alle commissioni comunali per la revisione e lo studio del regolamento edilizio di Milano (1936-1938) e alle commissioni per lo studio e la riforma della legislazione urbanistica (1932, commissione di studio presieduta da Vincenzo Giuffrida; 1941-1942, commissione ministeriale e comitato di redazione della nuova Legge urbanistica; 1960-1962, commissione istituita da Collegio e Ordine degli ingegneri di Milano). Nel campo dell’edilizia ad esempio è presidente del Gruppo di studio per i laterizi in seno alla Commissione tecnica dell’UNI e, nello stesso istituto, è presidente della Commissione per l’edilizia (1943-1960) dopo aver contribuito alla sua costituzione (cfr. “Ricordo di Cesare Chiodi”, in “L’Unificazione”, n. 4, 1969, p. 97).

L’opera di Chiodi è legata anche alla sua attività di ingegnere nell’ambito dell’Amministrazione di enti pubblici e privati di varia natura. Nell’ambito del ruolo istituzionale che di volta in volta ricopre, il suo contributo si avvale della cultura e competenza tecnica di ingegnere e urbanista.
Negli anni in cui è membro del Consiglio degli Istituti Ospitalieri di Milano (1933-1940) Chiodi è chiamato a far parte della commissione di vigilanza sull’esecuzione del progetto per il nuovo Ospedale Maggiore, istituita con l’avvio dei lavori nel 1932, e, in seguito a una delibera del Consiglio del dicembre 1936, assume il compito di studiare un piano biennale di lavori (1937-1938) per la realizzazione di un programma di risanamento delle case rurali e cascinali dei poderi dell’Ospedale Maggiore.
Negli anni della ricostruzione, dopo la seconda guerra mondiale, oltre a partecipare al dibattito milanese e nazionale, Chiodi assume incarichi direttivi di diversi enti pubblici e privati tra cui il Touring club italiano (1946-1964, presidente), l’Associazione nazionale ingegneri e architetti italiani (1946-1953, presidente), il Collegio degli ingegneri di Milano (1946-1948, presidente), la Cassa di risparmio delle province lombarde (1946-1962, vicepresidente), il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale (1948-1969, vicepresidente), e, tra le istituzioni culturali milanesi, la Società del Giardino (1947-1952, presidente), la Famiglia Meneghina (1946-1957, vice Resgiò) e l’Ente Manifestazioni milanesi, costituito nel 1948 (per il ruolo di Chiodi, assunto insieme ad altri nella fase iniziale di vita di questo ente, cfr. Luigi Morandi, “L’Ente Manifestazioni milanesi”, in “Aspetti, problemi, realizzazioni di Milano. Raccolta di scritti in onore di Cesare Chiodi”, Milano, A. Giuffrè, 1957, p. 363-370).
Nel corso della sua lunga attività sono continui, in particolare, l’impegno e l’opera di Chiodi a favore delle professioni di ingegnere e di architetto e per gli studi di ingegneria. Eletto primo segretario di presidenza dell’Associazione nazionale ingegneri italiani (1919), è presente al Primo Consiglio generale dell’Associazione, tenuto a Roma nel mese di settembre 1920, e collabora attivamente nei primi anni di vita dell’associazione che, dal 1922, diventa Associazione nazionale degli ingegneri e architetti italiani (ANIAI). Successivamente sarà anche consigliere dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano (istituito nel 1923 insieme all’Ordine degli architetti), e membro del Consiglio nazionale degli ingegneri.
Iscritto al Collegio degli ingegneri ed architetti di Milano dal 1908, dopo la sua chiusura avvenuta nel 1926, tiene conferenze alle assemblee del Sindacato fascista ingegneri della provincia di Milano e partecipa all’attività di gruppi di studio del Sindacato. Nel 1941 contribuisce al dibattito sulla riforma degli studi di ingegneria (cfr. Cesare Chiodi, “Idee sulla riforma degli studi di ingegneria”, Milano, Stucchi, 1941, estratto da “Atti dei Sindacati provinciali fascisti ingegneri di Lombardia”, n. 12, 1941) e dal 1943 è membro del consiglio direttivo della Fondazione Giacinto Motta per gli studi di ingegneria.
Nell’immediato dopoguerra è tra gli animatori della ricostituzione del Collegio degli ingegneri di Milano, divenendo primo presidente nel triennio 1946-1948 e ancora presidente nel triennio 1956-1958. Nel 1946 assume anche la presidenza della ricostituita Associazione nazionale degli ingegneri e architetti italiani, mantenendo l’incarico fino al 1952, poi nominato presidente onorario, sarà eletto nuovamente presidente per gli anni 1966-1969; negli anni della sua presidenza, tra le altre cose, ricostituisce la sezione italiana dell’Union internationale des architectes e ne assume la presidenza fino al 1969.

Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricevuti da Chiodi nel corso della sua intensa attività, si segnala il Premio Vanoni 1963, conferito dall’Istituto per le pubbliche relazioni di Milano al “presidente del Touring Club Italiano”.
Per questa istituzione culturale italiana, che lo stesso Chiodi in una lettera del 21 marzo 1962 definisce la sua “creatura prediletta”, svolge un’importante opera di ricostruzione a partire dal secondo dopoguerra, anche attraverso programmi di pubblicazioni e la ripresa dell’attività cartografica, giungendo all’affermazione di un rinnovato ruolo dell’Italia in ambito internazionale. Già membro del Consiglio dell’Organisation mondiale du tourisme et de l’automobile (O.T.A.) e membro del Comitato direttivo dell’Alliance internationale du tourisme (A.I.T.), dal 1964 Chiodi è membro del Consiglio centrale del turismo del Ministero del turismo e dello spettacolo.
Nell’ambito delle attività istituzionali del Touring Club Italiano si segnala il contributo di studi e iniziative sui problemi della viabilità, della circolazione e dei trasporti, svolto attraverso l’opera della Commissione strade, ricostituita nel 1945, e di varie commissioni e gruppi di studio, tra cui il Centro di studi giuridici sulla circolazione stradale, la promozione di studi e la partecipazione a congressi, conferenze e varie manifestazioni, a comitati di studio nazionali e internazionali, come il Comitato misto OTA-AIPCR per i problemi della circolazione e della strada.

Gli ambiti di indagine per la conoscenza dell’opera di Chiodi, ingegnere milanese del Novecento, sono molti e le sue numerose pubblicazioni, i contributi ai lavori di congressi, convegni ed altri organi collegiali costituiscono fonti importanti per lo studio della sua complessa figura professionale.

Cesare Chiodi muore all’età di 84 anni ad Albavilla, in provincia di Como, il 29 agosto 1969.

Funzioni e occupazioni

  • ingegnere
  • urbanista
  • docente universitario

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Fonti

  • Aspetti, problemi, realizzazioni di Milano = Aspetti, problemi, realizzazioni di Milano. Raccolta di scritti in onore di Cesare Chiodi, A. Giuffrè, 1957
  • Lucchini1994 = Archivio Cesare Chiodi. Materiali e letture, Progetto Leonardo, 1994
  • Riboldazzi2008 = Riboldazzi Renzo, Una città policentrica. Cesare Chiodi e l'urbanistica milanese nei primi anni del fascismo, Polipress, 2008
  • Riboldazzi2006 = Riboldazzi, Renzo, "Armonia e calcolo, necessità e bellezza". Città e progetto urbanistico negli scritti di Cesare Chiodi

Compilatori

  • Prima redazione: Sabrina Contu (architetto)
  • Revisione: Sabrina Contu (architetto)
  • Revisione: Paola Ciandrini (archivista)