Documenti e carteggi (1940 - 1975)
297 unità archivistiche collegateSerie
Consistenza archivistica: 297 u.a. in 43 buste (b.)
Sono qui conservati i carteggi di Albe Steiner con i più significativi committenti professionali, da Studio Boggeri alla Rinascente, dalla Feltrinelli alla Zanichelli, dalla Bertelli alla Triennale di Milano.
Numerose unità conservano traccia dell'importante attività didattica di Steiner (presso l'Umanitaria, l'Università di Urbino, il Centro Bodoni di Parma o Rinascita) e del suo ruolo di protagonista della grafica del Secondo dopoguerra (partecipazione alle fasi istitutive dell'ADI − Associazione per il disegno industriale, dell'AGI − Alliance graphique internationale e del premio Compasso d'oro).
Molto documentati sono i rapporti di Steiner con sezioni di partito, personalità politiche e riviste dell'area comunista.
Per i committenti o enti più rappresentati nelle attività di Steiner, di cui si conserva maggiore documentazione (ADI, PCI, Triennale, Umanitaria e altri), sono state create più unità, effettuando gli accorpamenti solo dinanzi a inequivocabili necessità di semplificazione e di ricostruzione (riunendo, per esempio, tutti i documenti relativi a un'edizione della Triennale o la corrispondenza con la sezione di Trieste del PCI).
La schedatura ha permesso di ricostruire con precisione la consistenza e la collocazione di carteggi con importanti nomi della grafica internazionale (Germano Facetti, Saul Bass, Yusaku Kamekura), con esponenti dell'editoria e del mondo culturale italiano (Giangiacomo Feltrinelli, Franco Fortini, Giovanni Enriques, Delifno Insolera, Vittorio Sereni), con architetti (Piero Bottoni, Marco Zanuso, Alberto Rosselli, Gio Ponti), con esponenti politici comunisti (Macaluso, Occhetto, Onofrio, Trombadori, Vidali), oltre che con la quasi totalità dei maggiori esponenti del panorama grafico nazionale.
I fascicoli conservano gli originali della corrispondenza ricevuta da Steiner e le copie, quasi sempre veline, della corrispondenza inviata dalla committenza; in numerosi casi sono presenti anche copie di fatture (con l'indicazione del pagamento effettuato), documentazione a stampa di vario genere (ritagli di giornale, opuscoli), prototipi di carta da lettera o, talvolta, anche modelli finali, bozzetti di progetti, manifesti piegati e altra documentazione. La struttura del fascicolo e il vincolo archivistico che lega i vari pezzi, anche di natura documentaria differente, è stato mantenuto rigorosamente inalterato, presumibilmente così come costituito da Albe e Lica Steiner nel corso dell'attività professionale.
Costante e puntuale è stato il confronto con l'inventario sommario di Ciagà.
Nell'inventario precedente erano indicati i seguenti criteri di riordino, spiegando come si fosse proceduto “mantenendo nella collocazione fisica l'organizzazione originaria per cui non sono stati effettuati accorpamenti o smembramenti tra i materiali, mentre nell'inventario a stampa le unità archivistiche seguono rigorosamente l'ordine cronologico; ne consegue, evidentemente, che le segnature non si susseguono cronologicamente nella collocazione fisica” (Ciagà, 2000).
I criteri di ordinamento descritti non corrispondevano però allo stato in cui sono state trovate le carte al momento dell'intervento effettuato a partire dal gennaio 2014.
L'inventario presentava le unità in ordine cronologico (con qualche imprecisione) ma le carte non erano conservate secondo un ipotetico ordine originario, bensì per faldoni costituiti per pertinenza alla committenza (“PCI”, “Umanitaria”; “Rinascita”) al cui interno erano conservate le unità relative.
Tale situazione, che riguardava comunque la minoranza dei fascicoli e che non era in alcun modo correlata alle indicazioni presenti nell'inventario, oltre a non corrispondere verosimilmente a nessun tipo di ordinamento originario metteva insieme in modo arbitrario relazioni intrattenute da Steiner in momenti diversi e con interlocutore differenti (per esempio nell'unità PCI erano conservati i fascicoli relativi alle feste dell'Unità come a lavori effettuati per varie sezioni del PCI o per riviste di area comunista).
La maggioranza dei fascicoli, relativi a committenti di cui si conservavano uno, due o tre fascicoli, erano invece conservati in faldoni con la dicitura “Varie”, senza che dall'inventario fosse possibile risalire alla segnatura fisica del fascicolo.
La corrispondenza con committenti di cui venivano conservati due o tre fascicoli, spesso relativi al medesimo lavoro e talvolta con corrispondenza strettamente connessa ma conservata in due unità differenti, si trovavano quasi sempre in due faldoni diversi.
La suddivisione di carteggi organici in due fascicoli diversi non permetteva inoltre la ricostruzione delle relazioni intercorse anche a causa del livello descrittivo estremamente povero (come, per esempio, nelle unità DT/323 e DT/336 relative ai profumi Atkinson, e afferenti la medesima commessa, il contenuto veniva sunteggiato con la semplice indicazione “Corrispondenza”).
L'ordinamento precedente prevedeva inoltre numerose unità di “miscellanea” contenenti, speso collocati in disordine, pezzi di carteggi o di “contratti professionali” riconducibili a unità già presenti in inventario e che spesso presentavano vistose lacune colmabili proprio grazie all'eliminazione delle miscellanee.
Le carte erano conservate in circa 60 contenitori, tra cui alcuni ad anelli metallici arrugginiti assolutamente deleteri per il materiale cartaceo.
In quasi tutti i fascicoli erano presenti spille o graffette arrugginiti che, al momento del riordino e della sostituzione, avevano purtroppo già prodotto qualche danno sulle carte coinvolte. In più di un caso le carte erano state tenute insieme con elastici che col tempo si erano incollati alla carta e che sono stati prontamente sostituiti da bindelle telare.
Come detto, le segnature di riferimento non erano consecutive e la ricerca si presentava dunque estremamente difficoltosa.
In una scatola si potevano trovare, per esempio, le segnature DT/3, DT/70, DT/90, DT/100 e DT/215 (etc).
Le schede, a parte qualche caso, si presentavano molto sintetiche (“Corrispondenza”, “Documenti”, “Miscellanea”, etc ).
Per risolvere il problema della documentazione relativa allo stesso committente, spesso frammentata in più unità o addirittura neanche schedata perché conservata nelle numerose “miscellanee” contenenti contratti e corrispondenza è stato necessario procedere a un impegnativo lavoro di riordino e di ricostruzione.
Il riordino effettuato da CAeB ha previsto la riunificazione di unità relative allo stesso committente, spesso allo stesso lavoro; come ribadito nel progetto, l'unificazione è stata per il momento realizzata solo sulla carta e non sulle carte: tutti i documenti contenuti nelle unità accorpate mantengono una propria autonomia fisica e formale e sono conservati per cartellina e dotati della vecchia segnatura, allo scopo di consentire eventuali ricerche che facciano riferimento al vecchio numero di segnatura.
La documentazione è stata ricondizionata con camicie A3 di carta non acida, si è provveduto alla costituzione di fascicoli per committenza e a una descrizione analitica dei rapporti e dei corrispondenti di Steiner.
Le miscellanee sono state eliminate e i documenti, in origine sparsi, sono stati ricondotti alle unità corrette.
È stata creata un'unità con più di 200 fascicoli (ordinati alfabeticamente) di tutti i corrispondenti non direttamente riconducibili a committenze e i cui carteggi erano conservati, in disordine, in varie miscellanee. Tutti gli spostamenti documentari e gli accorpamenti sono stati tracciati e sono ricostruibili.
Le carte accorpate sono isolate con apposite cartelle su cui è stata annotata la segnatura di provenienza.
Per i committenti o enti più rappresentati nelle attività di Steiner, di cui si conserva maggiore documentazione (ADI, PCI, Triennale, Umanitaria e altri) sono state ovviamente create più unità, effettuando gli accorpamenti solo dinanzi a inequivocabili necessità di semplificazione e di ricostruzione (riunendo, per esempio, tutti i documenti relativi a un'edizione della Triennale o la corrispondenza con la sezione di Trieste del PCI).
La serie consta di 297 unità, ordinate cronologicamente per estremo iniziale dell'unità (in modo tale da mantenere l'ordinamento maggiormente ancorato all'inizio dei rapporti di Steiner con la committenza, presumibilmente più prossimo all'inizio di un progetto rispetto all'estremo cronologico finale), conservati in 42 buste.
La segnatura archivistica è strutturata nel seguente modo: lettera identificativa della serie (nella fattispecie D), numero di busta, numero di fascicolo (esempio D − b. 1, fasc. 01); la sigla identificativa della serie utilizzata nel precedente inventario era DT.
Per tutte le unità che conservano più unità provenienti dall'inventario precedente sono state sulla camicia esterna anche le indicazioni delle unità accorpate che, comunque, come detto, conservano all'interno della camicia una propria autonomia fisica.
Compilatori
- Schedatura: Gabriele Locatelli (archivista CAeB)
- Revisione: Gabriele Locatelli (archivista CAeB)
Link risorsa: http://www.archimistaweb.polimi.it/fonds/684