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Altre commissioni (tabacchi e catasto)

Altre commissioni (tabacchi e catasto) (1879 - 1894)

16 unità archivistiche collegate

Sottoserie

Storia archivistica:

Oltre ai documenti riguardanti la Commissione scientifica per lo studio del bacino idraulico del Po, la Commissione idraulica e la Commissione d’inchiesta sull’esercizio delle ferrovie italiane, l’archivio conserva altre testimonianze dell’intensa attività parlamentare del Brioschi. I documenti rivelano, infatti, la sua partecipazione ai lavori della Commissione d’inchiesta sui tabacchi e a quella sul catasto. Per quanto concerne la questione dei tabacchi, è fondamentale ricordare che, dopo la costituzione del regno d’Italia, si procedette all’unificazione delle legislazioni sul monopolio e le gabelle dei tabacchi in vigore nei singoli stati, mentre la fabbricazione e la vendita venivano assunte direttamente dallo stato (1862). Il gettito non rispondeva, però, alle aspettative, così nel 1868, su iniziativa del Ministro delle finanze, Quintino Sella, venne attuata la cosiddetta Regìa cointeressata. La nuova gestione, che associava l’iniziativa statale a quella privata, entrò in vigore il 1° gennaio 1869 e doveva durare quindici anni. Tale provvedimento venne, comunque, vivacemente contestato, non solo in sede parlamentare (dove si distinsero gli interventi di Giovanni Lanza e Urbano Rattazzi), ma anche da ampie fasce dell’opinione pubblica, che metteva in dubbio la costituzionalità di un atto che, in sostanza, trasferiva il monopolio dello stato a privati. La Commissione d’inchiesta sui tabacchi diede voce a tale malcontento, come rivelano le “Risposte agli interrogatori rivolti alle autorità, alle corporazioni, ai privati ed alla delegazione governativa presso la regìa cointeressata dei tabacchi”. La maggioranza degli intervistati (deputazioni provinciali, municipi, camere di commercio, comizi agrari, istituti tecnici, ex direttori ed impiegati delle fabbriche di tabacchi, coltivatori e negozianti, consoli all’estero) si dichiarò, infatti, a favore della gestione diretta. Così, allo scadere della convenzione (1° gennaio 1884), lo Stato assunse nuovamente la gestione diretta del monopolio, ed i relativi servizi vennero concentrati in quattro divisioni della Direzione generale delle gabelle presso il Ministero delle finanze. Anche le discussioni sorte intorno al problema della perequazione dell’imposta fondiaria costituirono un momento importante nella vita parlamentare italiana dall’Unità alla fine dell’Ottocento. La nascita dello stato nazionale aveva, infatti, determinato una situazione di forte sperequazione a causa della disomogeneità dei catasti vigenti negli stati preunitari. Tale situazione sollecitava, pertanto, la rapida compilazione e formazione di un catasto unico ed uniforme, proprio al fine di giungere alla perequazione del tributo fondiario, che rappresentava una delle maggiori entrate per lo stato. L’impegno del governo condusse alla legge del “Nuovo catasto terreni” del 1° marzo 1886, n. 3682, che si fondava sul principio dell’indissolubilità fra il momento del rilevamento tecnico-catastale e quello dell’accertamento a fini impositivi. I documenti conservati nell’archivio Brioschi sono tutti successivi all’entrata in vigore di tale legge ed attestano l’impegno delle autorità e dei periti delegati dall’amministrazione del catasto nell’accertamento delle proprietà immobili, nella rilevazione delle mutazioni e, finalmente, nella perequazione dell’imposta.