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Brioschi, Francesco

Brioschi, Francesco (1844 - 1897)

766 unità archivistiche collegate (totale del complesso)

Fondo

Consistenza archivistica: bb. 74 (comprendenti fascc. 766)

da Il Fondo Brioschi e il suo riordino
di Andrea Silvestri

Si tratta di un fondo composto prevalentemente da materiale a stampa (volumi, opuscoli, riviste) ma dotato anche di carte, lettere e documenti riguardanti le diverse attività di Brioschi. La parte più interessante è senz'altro costituita dalla raccolta delle quasi cinquecento lettere che testimoniano il suo lavoro scientifico. Dal carteggio emergono i contatti di Brioschi con i più importanti matematici dell'epoca italiani e stranieri (tra cui E. Betti, G. Piola, L. Cremona, F. Klein, C. Hermite, L. Kronecker) e i suoi rapporti con enti e istituzioni diverse, di cui, perlopiù, fece parte in posizioni di rilievo (Consiglio superiore della pubblica istruzione, Accademia dei Lincei, Ministero della pubblica istruzione, Ministero dell'Agricoltura, ecc.).
Oltre alla corrispondenza, nell'archivio è conservata una cospicua documentazione relativa all'attività parlamentare; segnalo in particolare, per la loro completezza, gli atti relativi alla Commissione scientifica per lo studio del bacino idraulico del Po e quelli della Commissione d'inchiesta sull'esercizio delle ferrovie, di cui Brioschi fu presidente; mentre purtroppo risulta essere incompleta la documentazione relativa alle Commissioni tabacchi e catasto.
Significativo è anche il materiale che testimonia l'attività peritale di Brioschi in diverse controversie sempre relative alle strade ferrate e alle acque: in particolare le consulenze eseguite per i contenziosi tra la Società italiana per le strade ferrate meridionali e l'impresa Gonzales, tra l'Amministrazione dei lavori pubblici e la società Ottavi per la linea succursale dei Giovi, e la perizia riguardante l'Acqua marcia.
Di grande interesse sono poi gli atti della Banca di costruzioni, da cui emerge un aspetto dell'attività di Brioschi sicuramente meno conosciuto, anche se non sempre (come ho già fatto cenno) fortunato, quello imprenditoriale: fu infatti presidente e azionista non solo della Banca di costruzioni, ma anche di altre imprese.
Un ultimo gruppo di documenti si riferisce al lavoro scientifico di Brioschi, in particolare con quaranta cartelle che contengono calcoli ed elaborati.
La conoscenza, per la prima volta così completa, dei documenti emerge dal lavoro di riordino ed inventariazione appena terminato. Tale lavoro è stato affidato alla Cooperativa archivistica e bibliotecaria di Milano, società specializzata in questo tipo di interventi. Sotto la direzione di Paolo Pozzi, che ha curato l'analisi della documentazione e ricostruito la struttura generale dell'archivio, Patrizia Papagna e Maria Cristina Brunati hanno riordinato ed inventariato, la prima la corrispondenza (della quale si era già occupata nel 1989−90 all'interno di una ricerca di Giuliana Ricci sui rapporti Boito−Brioschi), la seconda gli scritti di Brioschi. Maria Cristina Brunati ha inoltre redatto le schede introduttive alle singole serie e gli indici.
A seguito del presente inventario viene pubblicato anche quello relativo alle carte di Antonio Bordoni, insigne matematico e maestro del Brioschi, rinvenute nell'archivio di quest'ultimo.

Nota tecnica relativa al fondo e all'inventariazione
di Paolo Pozzi

Il fondo Brioschi è composto prevalentemente da materiale a stampa ed è dotato di un repertorio manoscritto in tre volumi che, se descrive analiticamente le singole unità di materiale a stampa, per quello archivistico si limita a segnalare genericamente il contenuto dei vari gruppi di documenti raccolti in cartelline e in buste. I manoscritti non hanno segnature separate, ma sono inseriti all'interno di alcune collocazioni che comprendono materiale a stampa (B IV, D III e in minima parte in BI).
La segnatura D III è divisa in due parti: una contenente riviste (DIII 1−39) e una contenente manoscritti (DIII 40−122); la BIV, analogamente, è suddivisa in una parte contenente monografie (B IV 1−311) e in una contenente manoscritti (B IV 312−318). Per una visione d'insieme del Fondo si può vedere l'allegato 1 − Schema topografico del Fondo Brioschi.

Le parti manoscritte sono contenute in cartelle: 49 cartelle in B IV 312−318 e 23 cartelle in DIII.

Le 42 cartelle con segnatura B IV 312 contengono centinaia di fogli di calcoli ed elaborati di carattere scientifico. Le prime quattro cartelle recano la denominazione originaria: "Meccanica", "Algebra", "Calcolo sublime" e "Geometria" e conservano lavori di Francesco Brioschi ed altri studiosi, sia italiani che stranieri, su questi argomenti, oltre a numerose carte relative allo sviluppo di calcoli. Le rimanenti cartelle sono costituite in prevalenza da fogli con calcoli e dimostrazioni del Brioschi relative alla risoluzione di equazioni di vario grado. A queste si aggiungono numerosi opuscoli e note dello stesso Brioschi e di altri insigni studiosi su questioni di scienze matematiche e in particolare di algebra.
Per questi calcoli per ora non è stato possibile dare una descrizione più analitica. Si deve rimandare ad un inventario specifico da compilarsi in un secondo tempo in collaborazione con un matematico.

A differenza dei documenti della segnatura B IV 312, semplicemente collocati nelle 42 cartelle, la segnatura D III è suddivisa al suo interno per gruppi di documenti omogenei raccolti in cartelline contrassegnate con numeri da 40 a 122 e descritte nel Repertorio generale come se si trattasse di materiale a stampa.
Questi gruppi di documenti, raccolti in cartelline, o semplicemente legati con lo spago, sono relativi alle diverse attività del Brioschi.

Un primo gruppo riguarda l'attività scientifica di Brioschi: si tratta soprattutto degli atti relativi all'insegnamento presso l'Università di Pavia (in DIII 80) e dei testi di studi e ricerche (in DIII 46, 51, 78−79, 83−89, 92−95, 97−98, 110−118).
Un secondo gruppo si riferisce alla partecipazione di Brioschi senatore ad alcune tra le più importanti Commissioni parlamentari: Commissione scientifica per lo studio del bacino idraulico del Po (in DIII 42, 53, 64, 65, 68, 71, 73); Commissione d'inchiesta sull'esercizio delle ferrovie italiane (in DIII 43/1−2); Commissioni tabacchi e catasto (in DIII 48, DIII 105).

La competenza del Brioschi sui temi delle Commissioni è peraltro testimoniata dalla presenza nell'archivio di molti studi sulle acque (in DIII 50, 52, 54, 55, 58− 62, 66−67, 70, 72, 74−75, 96, 100−101) e sulle strade ferrate (in DIII 102, 104); nonché di materiale relativo alla sua attività peritale in diverse controversie sempre relative alle strade ferrate e alle acque (in D III 40, 41, 57, 76).
Di particolare interesse infine la documentazione relativa alla partecipazione di Brioschi, prima come socio e poi come presidente, alla Banca di costruzioni (in DIII 56 e 119).

Le cartelline DIII 63, 120, 121, 122 contengono il carteggio di Brioschi (496 lettere) suddiviso in sei gruppi, di cui nell'inventario si sono conservati i titoli originali: lettere ufficiali a lui dirette, lettere diverse a lui dirette, lettere autografe a lui dirette che si riferiscono ad argomenti scientifici, lettere riguardanti il Consiglio superiore della pubblica istruzione, lettere riguardanti l'Accademia dei Lincei, lettere relative ad affari privati.

Questa suddivisione, frutto del primo riordino dell'archivio, attesta l'esistenza di un ordinamento originario delle carte ed è quindi stata rispettata nonostante non appaia oggi del tutto coerente. Gli stessi mittenti possono essere presenti in più di un gruppo e il confine che separa i gruppi è a volte incerto. Si è preferito non mettere in discussione tale suddivisione per non intaccare l'organizzazione dell'intero fondo.
Va anche notato che in DIII 122 sono collocate alcune lettere provenienti dalle 40 cartelle contrassegnate BIV 312, estratte dal Prof. Arnaldo Masotti, studioso di matematica ed in particolare di Brioschi, nonché sovrintendente della Biblioteca centrale del Politecnico di Milano negli anni 1945−1966. Per queste lettere, comunque non riconducibili alla loro collocazione originaria, si è segnalata la provenienza.
Tra la corrispondenza sono state ritrovate alcune minute di Brioschi. Esse sono state schedate insieme alla lettera cui si riferiscono. Nei casi in cui la minuta non era allegata ad una lettera inviata al Brioschi e non è stato possibile stabilire a quale lettera si riferisse, la minuta è stata schedata sotto il nome di Brioschi (si tratta comunque di pochi casi).

Il lavoro di riordino ha tenuto ferma la suddivisione generale in scritti e lettere, già enucleata dai primi ordinatori.
Gli scritti sono stati raccolti per "serie omogenee" e ordinati per data, alla fine delle serie sono stati collocati quelli senza data. Per ciascuna di queste unità sono quindi riportati i seguenti elementi descrittivi: titolo, data cronica, data topica, contenuto, note, tipologia, numero delle carte, segnatura, provenienza.
La segnatura è indicata con il numero della cartella seguita dal numero dell'unità.

Le lettere, suddivise nelle sei partizioni originarie, sono state ordinate per mittente e all'interno del mittente per data. In coda alle partizioni, sono state collocate le lettere di mittente sconosciuto e quei pochi documenti, che pur non essendo lettere, erano stati qui collocati nel precedente riordino. Quanto alla descrizione sono riportati per ogni lettera: il mittente, il destinatario, la data, il luogo, un breve sunto, la tipologia, la consistenza e la segnatura. In nota è stata trascritta, tutte le volte che era presente, l'intestazione della carta da lettera.
Se l'autore ha sottoscritto solo con il cognome o con il cognome e l'iniziale del nome si è cercato per quanto possibile di completare il cognome con il nome.
Quando per scarsa leggibilità e nonostante la ricerca effettuata l'autore risulta dubbio lo si è posto tra parentesi tonda seguita da un punto interrogativo.
Per quanto riguarda la segnatura al numero della cartella segue quello delle serie originarie (es. DIII 120) accompagnato a sua volta dal numero del fascicolo e dell'unità rappresentata dalla singola lettera.

Il Fondo, al termine dell'intervento, ha una consistenza di 74 buste che raccolgono 766 unità archivistiche.

L'inventario è corredato dall'indice dei nomi di persona, delle istituzioni, dei luoghi e dei titoli delle riviste presenti nelle singole schede.
Inoltre quest'inventario è corredato da una tavola di raffronto con le precedenti segnature (vedi allegato 2) e da due elenchi: l'elenco delle lettere riordinate in ordine cronologico e quello, sempre delle lettere, riordinato in ordine alfabetico per autore (come già segnalato, infatti, le lettere nell'inventario sono divise in sei serie e spesso gli stessi autori sono presenti in serie diverse).
Con la redazione di questi due strumenti pensiamo di offrire un'ulteriore possibilità di ricerca.
Si è concordato inoltre di riunire tutto il complesso documentario già inserito nella biblioteca. Si osserva per giustificare tale spostamento che non vi era nesso tra i libri e le cartelle con i documenti che seguivano sui palchetti.

A seguito del presente inventario si pone l'inventario delle carte di Antonio Bordoni, insigne matematico e maestro del Brioschi, rinvenute nell'archivio di quest'ultimo.

L'uso del programma Sesamo concesso dalla Regione Lombardia ha permesso non solo la redazione dell'inventario, ma anche la creazione di una banca dati contenente tutti gli elementi dell'inventario stesso, facilmente interrogabile in loco da tutti coloro che vorranno consultare l'archivio per motivi di studio o ricerca.
E' prevista, inoltre, la possibilità di accedere a tale inventario sul sito Web del Politecnico di Milano.

La scheda tipo e i criteri di inventariazione

La scheda tipo è costituita dai seguenti elementi:

numero scheda: 94
titolo: Osservazioni idrometriche sul Po in provincia di Pavia
data: 1878, luogo: Pavia
contenuto: Rilevamenti idrometrici eseguiti nel 1878 in provincia di Pavia, con particolare riguardo per le esperienze eseguite a Pieve Porto Morone e a Parpanese, comprendenti tabelle, rilievi di galleggianti e aste, diagrammi di velocità e quadri per la rilevazione delle velocità medie. Sono, inoltre, presenti: una relazione sul taramento di un molinello Amsler effettuato dalla squadra di Pavia; e i registri delle osservazioni idrometriche effettuate dal Genio civile a Becca, Spessa, Olonetta e Osteria Vecchia.
tipologia dell'unità : fascicolo Consistenza: cc. 146
segnatura antica: DIII 64
segnatura: n. cart. 46/ n. unità 05

Per i criteri generali di inventariazione ci si è riferiti alle ISAD (G): General International Standard Archival Description, alle norme presenti nella Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione di archivi storici di enti locali edita nel 1992 a cura della Regione Lombardia, Settore cultura e informazione, Servizio biblioteche e beni librari e documentari, nonché alle Norme per la pubblicazione degli inventari (circolare del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di Stato, Ufficio studi e pubblicazioni).

Per le lettere i nomi dei mittenti e dei destinatari, sono stati collocati nel campo titolo. Tale scelta deriva dal fatto che il software Sesamo, non ancora dotato di un modulo per gli archivi personali, non ha i campi mittente e destinatario.

Quando l'interpretazione è dubbia, causa la scarsa leggibilità del documento, i mittenti e/o destinatari sono riportati tra parentesi tonda e fatti seguire da un punto interrogativo.

La lingua dei documenti è segnalata in tutti i casi in cui non sia quella italiana.

Nei casi in cui la tipologia archivistica non è specificata, si tratta di unità archivistiche costituite da un solo documento. In questo caso essa si evince direttamente dalla scheda (es. certificato, nota, memoria, ecc.).

ALLEGATI ALL'INVENTARIO

Fondo Brioschi − Topografico
(allegato 1)

A I − 1−127 Monografie
A II − 1−222 Monografie
A III − 1−234 Monografie
A IV − 1−273 Monografie

B I − 1−447; 449−450; 453−454 Monografie ; 448; 451−452 Manoscritti

B II − 1−366 Monografie
B III − 1−369 Monografie
B IV − 1−311 Monografie ; 312−318 Manoscritti

C I − 1−53 Riviste
C II − 1−35 Riviste
C III − 1−38 Riviste

D I − 1−59 Riviste
D II − 1−21 Riviste
D III − 1−39 Riviste ; 40−122 Manoscritti

A I OP − 1−2116 Opuscoli
A II OP − 2117−4747 Opuscoli
A III OP − 4748−6436 Opuscoli
A IV OP − 6437−8384 Opuscoli
B I OP − 8385−9256 Opuscoli

Tavola di raffronto
(allegato 2)

Segnatura precedente − attuale

BI 448 − 56/07
BI 451 − 48/02
BI 452 − 64/01−05; 65/01

BIV 312/1 − 03/01
BIV 312/2 − 04/01
BIV 312/3 − 05/01
BIV 312/4 − 06/01
BIV 312/5 − 07/01
BIV 312/6−1 − 08/01
BIV 312/6−2 − 09/01
BIV 312/7−1 − 10/01
BIV 312/7−2 − 11/01
BIV 312/8 − 12/01
BIV 312/9−1 − 13/01
BIV 312/9−2 − 14/01
BIV 312/10 − 15/01
BIV 312/11 − 16/01
BIV 312/12 − 16/02
BIV 312/13 − 16/03
BIV 312/14−1 − 17/01
BIV 312/14−2 − 18/02
BIV 312/15 − 19/01
BIV 312/16−1 − 20/01
BIV 312/16−2 − 21/01
BIV 312/17−1 − 22/01
BIV 312/17−2 − 23/01
BIV 312/18−1 − 24/01
BIV 312/18−2 − 25/01
BIV 312/19−1 − 26/01
BIV 312/19−2 − 27/01
BIV 312/20−1 − 28/01
BIV 312/20−2 − 29/01
BIV 312/21−1 − 30/01
BIV 312/21−2 − 31/01
BIV 312/22−1 − 32/01
BIV 312/22−2 − 33/01
BIV 312/23−1 − 34/01
BIV 312/23−2 − 35/01
BIV 312/24−1 − 36/01
BIV 312/24−2 − 37/01
BIV 312/25 − 38/01
BIV 312/26−1 − 39/01
BIV 312/26−2 − 40/01
BIV 312/27−1 − 41/01
BIV 312/27−2 − 42/01
BIV 313 − archivio Bordoni
BIV 314−1 − 45/01; 48/01;04
BIV 314−2 − 46/06; 47/01−02;
BIV 315 − 43/01
BIV 316−1 − 50/01
BIV 316−2 − 51/01
BIV 316−3 − 52/01
BIV 317 − mancante
BIV 318 − 59/03
DIII 40 − 62/01−03; 63/02
DIII 41 − 6/01−07
DIII 42 − 48/05; 49/01−03
DIII 43−I − 54/01−11: 55/06
DIII 43−II − 54/12−14; 55/01−05; 07−13;15
DIII 44 − 73/02
DIII 45 − 74/01
DIII 46 − 01/10
DIII 47 − 54/14
DIII 48 − 56/01−05
DIII 49 − 73/03
DIII 50 − 58/06
DIII 51 − 01/17
DIII 52 − 58/03
DIII 53 − 44/01−04; 06−12; 46/01−02; 48/02−03; 49/04−07
DIII 54 − 59/02
DIII 55 − 59/01
DIII 56 − 68/07−14; 69/04
DIII 57 − 63/01
DIII 58 − 57/08−09; 58/02
DIII 59 − 58/05
DIII 60 − 57/07
DIII 61 − 57/03
DIII 62 − 59/04
DIII 63 − 72/DIII 63
DIII 64 − 46/03−05
DIII 65 − 44/05
DIII 66 − 58/01
DIII 67 − 57/01
DIII 68 − 53/03−06
DIII 69 − 67/05
DIII 70 − 57/04
DIII 71 − 53/01
DIII 72 − 57/06
DIII 73 − 53/02
DIII 74 − 59/05
DIII 75 − 57/05
DIII 76 − 61/01−06
DIII 77 − 67/01−04; 06−10
DIII 78 − 01/13
DIII 79 − 02/01
DIII 80 − 01/01−06
DIII 81 − 73/04
DIII 82 − 74/02
DIII 83 − 01/08
DIII 84 − 01/07
DIII 85 − 02/02
DIII 86 − 01/12
DIII 87 − 02/03
DIII 88 − 01/11
DIII 89 − 02/04
DIII 90 − 02/05
DIII 91 − 74/03
DIII 92 − 02/06
DIII 93 − 01/15
DIII 94 − 02/07
DIII 95 − 02/08
DIII 96 − 57/02
DIII 97 − 02/09
DIII 98 − 02/10
DIII 99 − 57/05
DIII 100 − 58/04
DIII 101 − 59/06
DIII 102 − 60/05−08
DIII 103 − 55/14
DIII 104 − 60/01−04;09
DIII 105 − 56/06; 08−16
DIII 106 − 73/01
DIII 107 − 68/14
DIII 108 − 68/14
DIII 109 − archivio Bordoni
DIII 110 − 02/11
DIII 111 − 01/16
DIII 112 − 02/12
DIII 113 − 01/09
DIII 114 − 02/13
DIII 115 − 01/14
DIII 116 − 02/14
DIII 117 − 02/15
DIII 118 − 02/16
DIII 119 − 68/01−06; 69/05−21
DIII 120 − 70/DIII 120
DIII 121 − 70/DIII 121
DIII 122 − 71/DIII 122

Storia archivistica:

da Il Fondo Brioschi e il suo riordino
di Andrea Silvestri

L’ordine del fondo Brioschi non è allo stato attuale ricostruibile esattamente, così come del resto le modalità della sua acquisizione da parte del Politecnico.
Sembra solo di poter dire, per ora, che nel 1898, a pochi mesi dalla morte di Brioschi fu aperta una pubblica sottoscrizione (che ebbe successo) e fu istituito un Comitato per le onoranze a Francesco Brioschi, presieduto da Giuseppe Colombo e costituito inoltre da Graziadio Isaia Ascoli dell’Accademia Scientifico-Letteraria, dai matematici Eugenio Beltrami e Luigi Cremona, dall’uomo politico milanese Gaetano Negri e dall’astronomo di Brera Giovanni Schiaparelli: tutti senatori, quasi tutti legati al Politecnico nonché soci dell’Accademia dei Lincei. “Il Comitato stabilì di destinare una parte della somma disponibile (…) all’acquisto della sua biblioteca” scrive Colombo nella Prefazione al primo volume delle Opere matematiche di Francesco Brioschi (Hoepli, Milano 1901): ma le cose non sono così semplici né così chiare. Certamente tra i membri del Comitato intervenne un dibattito, che vide strettamente intrecciati il problema della pubblicazione dei suoi scritti e quello della destinazione del fondo Brioschi: ne sono testimonianza – tra la numerosa documentazione inerente al Comitato per le onoranze che è conservata (nella cartella personale di Brioschi presso l’Archivio generale del Politecnico) in un foglio di guardia uso protocollo intestato alla Direzione del R. Istituto Tecnico Superiore e intitolato a lapis blu “Diversi” – un gruppetto di lettere, purtroppo spesso senza d’indicazione dell’anno, la cui datazione e seriazione cronologica è suscettibile di approfondimenti, ma che sembrano attribuibili o al 1898 o poco più avanti, in prossimità della stampa del citato primo volume.
In un dattiloscritto delle Proposte di manifestazione in onore del prof. Francesco Brioschi, che si conclude con la “Lista di prima adesione – 1898, 3-31 Gennaio”, si cita – tra le finalità della “raccolta di mezzi” – quella di “offrire, quale omaggio, un ricordo alla desolata famiglia dell’eminente cittadino, sicché resti anche fra i suoi cari testimonianza della pubblica gratitudine”, mentre spetterà al Comitato curare “senz’altro la ripartizione e l’impiego come meglio crederà (…) dei mezzi che saranno raccolti”. Più esplicitamente una lettera di Gaetano Negri (a Colombo), datata “31 Gen” (?) (1898), indica come scopo primario della sottoscrizione “quello di ajutare la famiglia, risarcendola in piccola parte del patrimonio consumato” (che si alluda ai dissesti di alcune imprese economiche di Brioschi?), e destinando alla famiglia “queste risorse, su cui la nostra amica Camilla (la figlia di Brioschi) giustamente fa (…) assegnamento”. Ma “i romani”, vale a dire Cremona e Beltrami, immaginano “una pubblicazione degli scritti del Brioschi, fatta a spese del Comitato, e tale che certamente divorerebbero la maggior parte del capitale oggi giacente”; e inoltre “non vogliono l’Hoepli”, il quale “farebbe a tutte sue spese l’edizione, ma, com’è naturale, ne vorrebbe però avere il monopolio”. Allora, in queste condizioni, Negri ritornerebbe "all’antica idea di acquistare, col denaro raccolto, i libri e i manoscritti, e finire tutto così.
E’ lo stesso concetto, più o meno, di un’altra lettera di Negri (ancora a Colombo) del “14 febb” (1898), che si conclude come segue: “Piuttosto che imbarcarci in operazioni tanto rischiose come quella della stampa di un libro di alta scienza ed assai costosa, io proporrei non far niente e comprare la biblioteca del Brioschi e i manoscritti!”.
Anche Schiaparelli, in data “13 dicembre 1898”, scrivendo (a Colombo) dei contatti sul tema intercorsi tra lui, Ascoli, Negri e Cremona, parla della soluzione “di dare alla famiglia una parte considerevole della somma raccolta (…) come compenso dei diritti d’Autore e dei libri”. Mentre Ascoli, il 12 aprile 1899 (nel frattempo, come dirò, gli accordi editoriali per la stampa delle Opere si erano definiti), discute con Colombo un po’ polemicamente su una (a noi non nota e a lui non del tutto gradita) ipotesi di ripartizione dei proventi della sottoscrizione, dicendo: “S’intendeva che si spendessero 9-10 mila lire per la pubblicazione e altrettanti per i ricordi ecc., così rimanendone 34 per la famiglia”. E i conti tornano con i dati forniti in un verbale (manoscritto e firmato da Colombo) dell’8 Novembre 1898 della “Commissione raccoglitrice dei fondi per le onoranze a Francesco Brioschi”, dove si precisa che “la somma raccolta in totale ammonta a £ 53644.17”.
Luigi Cremona, il “1° dicembre” (e i riferimenti alla preparazione avanzata del vol. I delle Opere potrebbe far propendere per l’anno 1899), scrive – dalla R. Scuola d’Applicazione per gl’Ingegneri di Roma che dirigeva – a Colombo per informarlo che a “Palermo è cominciata in questi giorni la stampa delle memorie Brioschi”: infatti la citata Prefazione di Colombo precisa che “l’edizione è stata assunta dal Com. Ulrico Hoepli e la stampa dalla Tipografia Matematica di Palermo” del prof. G.B. Guccia del Circolo Matematico di Palermo. Evidentemente le perplessità sullo stampatore si erano ricomposte: a conferma nell’Archivio generale del Politecnico troviamo una lettera di Ulrico Hoepli a Colombo, del 31 gennaio 1899, dove sembra già dato per scontato un accordo di massima. Tale accordo si precisa il 14 giugno dello stesso anno con una bozza di contratto per la stampa proposta da Hoepli a Guccia: preceduta però da un più stringato accordo non datato tra Guccia e Colombo per il Comitato e seguita a ruota dal definitivo “Contratto per la stampa delle Opere di Francesco Brioschi” tra Guccia e Hoepli, stampato a “Palermo, 16 giugno 1899”. Ma nel frattempo qualche turbativa agli accordi era stata interposta da Cristiano Rebeschini, proprietario della milanese Tipografia Bernardoni, che a partire dal 16 febbraio 1899 si era offerto – quale editore sia degli <>, già di Brioschi, sia della “maggior parte dei suoi lavori” – di stamparne le opere (3 o 4 volumi) secondo il formato o degli <> stessi o dei <>. Una successiva serie di lettere di Rebeschini sembrano accogliere proposte e richieste via via avanzate dal Comitato, finché il 14 maggio 1899 alla Tipografia Bernardoni “siamo venuti a sapere” di “una proposta da fuori di Milano” (e cioè da Palermo) e si garantiscono le stesse condizioni del “nostro concorrente” affinché “l’onore di questa parte di onoranze a Francesco Brioschi Milanese resti a Milano”: onore che sarebbe invece definitivamente toccato all’Hoepli, ma con i tipi palermitani del Guccia.
Torniamo alla lettera di Cremona del 1° dicembre (1899) e al fondo Brioschi. Cremona avanza una richiesta che forse dice qualcosa: per poter “fare confronti su pubblicazioni citate e già possedute dal Brioschi e non rintracciabili a Roma” (a Roma, perché la raccolta e la revisione degli scritti era stata delegata a Beltrami e a Cremona, e alla morte di Beltrami – nel 1900 – è un altro “romano” e linceo, Valentino Cerruti, a subentrargli), Colombo dovrebbe provvedere a dar “ordine ai tuoi di Milano di ordinare, sia pure all’ingrosso e in via provvisoria, i libri e gli opuscoli lasciati dal Brioschi”. Segno dunque che il fondo era stato trasferito al Politecnico, mentre probabilmente la scelta dell’Hoepli aveva scaricato il Comitato – come dicevano i “milanesi” – del grosso delle spese per l’edizione, consentendo di risarcire economicamente la famiglia per la cessione del fondo stesso. Sta di fatto che la data vulgata per la sua acquisizione da parte del Politecnico è il 1898, mentre è del 1901 la dimostrazione di un’intensa attività di riordino del fondo, se a partire dal 25 aprile è documentata – sempre nell’Archivio generale – un’intensa corrispondenza dal Politecnico verso persone e enti (o viceversa), per restituire (o ringraziare della restituzione di) libri o pubblicazioni ritrovate “nel riordinare la libreria del compianto Senatore Brioschi”, ma di proprietà non sua, bensì – per fare qualche esempio – di Ulisse Dini dell’Università di Pisa, o dei Lincei, della Biblioteca del Senato, del giornale “La Perseveranza”, dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.

Documentazione collegata:

  • Fondo Bordoni Antonio (1807-1847)
    Nell’ambito del riordino del fondo Brioschi sono state rinvenute le carte di Antonio Bordoni, le quali sono state riordinate e descritte in un inventario.

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Francesco Brioschi. Inventari = Francesco Brioschi e il suo tempo (1824-1897). 2, Inventari, F. Angeli, 2000